Tu, probabilmente, ancora non sai che
affinché accada la conoscenza di Sé
occorre che a sparire sia proprio quel “sé”
(ego, piccolo io …)
Ma non è ancora abbastanza,
bisogna, inoltre, aprire il cuore,
incondizionata-mente …
e liberarsi del sapere accumulato dalla mente,
affidandosi alla vita, senza opporre alcuna resistenza,
aprendosi al nuovo, alla personale esperienza,
per poter, finalmente, raggiungere
LA MIA VIA
… <<Vuoi sapere come fare a conoscerti? Perché? Perché il sapere ti conferisce potere! Cerca di comprenderlo: la conoscenza è potere – più cose sai, più il tuo ego si gonfia. In verità, alla base della ricerca del sapere c’è la ricerca del potere. Nell’intera storia della consapevolezza umana sono stati fatti soltanto tre tentativi per raggiungere la conoscenza di se stessi. Il primo è stato quello dei materialisti che negano l’esistenza del sé; essi sostengono che dentro di noi non c’è alcun sé, alcun soggetto: l’unica cosa che esiste è l’oggetto, la materia, il mondo concreto. È questo un modo per evitare d’intraprendere il viaggio interiore, perché è pericoloso e richiede di perdere ogni cosa: dalla conoscenza di sé a tutto il resto, quindi è più semplice affermare che non esiste alcuna anima, d’altronde, come lo si potrebbe dimostrare? Questa è la scienza! Il secondo tentativo è quello degli idealisti, i quali sostengono che non esiste alcun oggetto: il mondo è illusione – maya. Fuori da sé non esiste nulla, per cui chiudono gli occhi e sprofondano nel proprio essere, perché la sola cosa reale è la persona che conosce, mentre gli oggetti della conoscenza sono fasulli. Questi sono i religiosi. Se ci pensi, è del tutto assurdo: se non esiste alcun oggetto di conoscenza, come può esistere la persona che conosce? E com’è possibile che esista un oggetto della conoscenza, senza un soggetto che conosce? Sia i materialisti che gli idealisti, dunque, considerano una sola metà della realtà e temono l’altra. Il materialista ha paura d’entrare dentro di sé perché significa addentrarsi nel vuoto, nel nulla più assoluto; è come cadere in un buco senza fondo, in un abisso … in una dimensione imprevedibile; nessuno sa dove arriverà o se sia possibile arrivare da qualche parte. Gli idealisti, invece, temono gli oggetti ed il mondo, con le sue delizie e le sua magia; hanno paura di perdersi nei desideri e nelle passioni; temono di restare impigliati in questioni materiali, quali il denaro, il sesso, il potere ed il prestigio. Hanno talmente paura che dicono: “È tutto un sogno; il mondo esteriore non è reale: la sola realtà che esiste è il mondo interiore”. Entrambi, ovviamente, hanno ragione a metà, ma ricorda che una mezza verità è peggio di una completa bugia: la falsità assoluta ha quantomeno il pregio di essere totale – possiede la qualità della totalità! Nella menzogna assoluta c’è un lato positivo: non può ingannarti a lungo. La mezza verità è invece molto pericolosa: anche le persone intelligenti possono perdersi nei suoi meandri! Per ultimo c’è il terzo tentativo, ossia la via del mistico, che accetta entrambe le componenti e nel contempo le rifiuta. La mia via è proprio questa! Il mistico accetta entrambe le realtà affermando che da un certo punto di vista esistono tutt’e due: sia la persona che conosce, sia l’oggetto della conoscenza, sia l’oggetto sia il soggetto, sia la dimensione interiore sia quella esteriore. Ma su un piano diverso scompaiono entrambe e l’unica cosa che resta è una realtà che non è l’oggetto della conoscenza. Finché l’uomo vive nell’ignoranza, nell’incoscienza e nell’inconsapevolezza, sia il mondo che l’ego sono reali, ma quando egli diventa consapevole, quando si trasforma in un Buddha, in un Cristo, non esistono più né l’uno né l’altro: scompaiono entrambi. Bada bene, affermare che sono svaniti entrambi non significa che non resta più nulla. Il sé ed il mondo si son fusi l’uno dentro l’altro ed a quel punto non esistono più due realtà separate, bensì una sola: e la conoscenza di sé consiste proprio in quell’unità! La parola “unità”, tuttavia, non è corretta: nessun termine riuscirebbe ad esserlo, perché nessuna parola è davvero in grado d’esprimere un’esperienza straordinaria come quella in cui viene trascesa la dualità.>> …
(Fonte: Osho “Ritorno al presente”. © 2014 De Agostini Novara. Pag. 64-67, stralcio)